Contro Barrios a Las Vegas per il mondiale Wbc dei welter. Dopo una carriera strepitosa fatta di 8 titoli mondiali in 8 categorie diverse, il campione filippino vuole arrivare lì dove solo George Foreman e Bernard Hopkins: indossare una cintura iridata dopo i 45 anni

Manny Pacquiao torna sul ring per fermare il tempo. È l’unico pugile ad aver conquistato un titolo mondiale in otto categorie di peso diverse, dai mosca ai superwelter. Ora vuole diventare uno degli unici tre ad aver vinto una cintura iridata di boxe professionistica a 46 anni suonati. I due a esserci riusciti finora sono George Foreman nei massimi (a 46 anni e 102 giorni) e Bernard Hopkins nei mediomassimi (addirittura 4 volte, l’ultima a 49 anni e 94 giorni). Due fuoriclasse come lui.

il match
—Con questo obiettivo Pacquiao ha annunciato il rientro sul ring dopo 4 anni di inattività. È partito dalla Filippine, dove alle elezioni ha perso il seggio da senatore, per Los Angeles, dove ha iniziato ad allenarsi con Freddie Roach, il maestro di tanti big. Combatterà all’Mgm di Las Vegas il 19 luglio contro il messicano Mario Barrios (record 29-2-1, 18 ko), detentore del mondiale Wbc dei welter. Nel frattempo (8 giugno) sarà inserito nella Hall of Fame della boxe, dove di solito finiscono i grandi campioni diventati vecchie glorie. Lui non si rassegna a restare solo una leggenda vivente e torna a combattere.
i dubbi
—Il pugilato è abituato troppo spesso a malinconici, deludenti o patetici “come back”, fatti solo per business o incapacità di accettare il tempo che passa. Il ritorno di Pacquiao sarà un bene o male? Lo dirà, come sempre, il ring. L’ultimo grande ritorno, Mike Tyson a 58 anni contro Jake Paul, è stato un successo mediatico, ma una farsa dal punto di vista tecnico.
le previsioni
—Se Pacquiao sconfiggerà Barrios lo farà all’età di 46 anni e 213 giorni, battendo il record di longevità di Foreman. Ma secondo gli indicatori tecnici questo difficilmente accadrà. Il messicano non è un fenomeno, ma è 16 anni più giovane e soprattutto 17 centimetri più alto. Il filippino in una carriera fatta di 68 vittorie, 8 sconfitte e 2 pareggi non ha mai affrontato un rivale con queste caratteristiche. Inoltre a differenza di Foreman (potenza) e Hopkins (abilità difensiva), Pacquiao ha perso la sua armi principali: la rapidità, i colpi fulminei e la continuità che l’avevano fatto soprannominare “Pacman”: un robot, un videogioco, una macchina da pugni perfetta.

i numeri
—Ne è la riprova l’ultimo match disputato, perso ai punti il 21 agosto 2021 con il cubano Yordenis Ugas. E non solo. Per certificare il naturale declino della rapidità edella continuità di Pacquiao, Andreas Hale di Espn ha fornito un dato uscito dai conteggi di Compubox: "Manny ha portato in media 10 colpi in meno a round, e 7 in meno a segno, nei 6 match combattuti dopo i 40 anni rispetto ai 14 match precedenti". I risultati si sono visti: 2 sconfitte e 4 vittorie non sempre convincenti. Sono lontani i tempi delle sfide epocali con Mayweather, Marquez, Mosley, Cotto, Hatton, De La Hoya, Barrera e altri campioni.
"i am back"
—“Pacman” però ci crede lo stesso. E vuole farlo credere al mondo. Nel suo annuncio di rientro ha detto: «I’am back. Let’s make history”. “Sono tornato. Lasciatemi fare la storia”. Appuntamento con la storia, o la delusione, il 19 luglio.
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