Team di base a Bagnoli, Villaggio sul Lungomare, che sarà un immenso Stadio Maradona: il campo di regata - tra Posillipo e Castel dell’Ovo - sarà meno lontano possibile dalla costa. Nelle acque di Napoli ci sono quasi sempre condizioni ideali per regatare

Non è un mistero che Grant Dalton – da neozelandese duro e puro che vorrebbe fare il defender da qui all’eternità – non avrebbe voluto Napoli come sede per la prossima America’s Cup. E, si mormora, che anche Louis Vuitton – main sponsor dell’evento – non fosse entusiasta della prospettiva in quanto, volente o nolente, il "peso" di Luna Rossa e quindi di Prada (grande concorrente nel fashion) verrà ulteriormente ingigantito. È andata così e Dalton, al di là delle dichiarazioni di facciata che sarebbero valse anche per Atene o Dubai, è sincero quando spiega di essere entusiasta del luogo. “Gli italiani sono il pubblico più appassionato e coinvolto dell'America's Cup e Napoli è la sede perfetta anche se mi rendo conto che è come stessimo entrando nella tana del leone". Detto che Napoli e l’Italia hanno letteralmente salvato la manifestazione dal punto di vista economico, ha giocato un ruolo fondamentale il ricordo del successo clamoroso delle regate preliminari dell’America’s Cup 2012 quanto migliaia di persone, come fossero sedute sugli spalti dello stadio Maradona, seguirono le regate sul lungomare.

la novità
—La differenza rispetto a quella manifestazione è rappresentata dalla tipologia di barche: se con gli AC 45 (quasi 14 metri di lunghezza) era possibile ammirare gli incroci a pochi metri da terra, è impensabile che i giganteschi e potentissimi AC 75 (i monoscafi con i foli dell’ultima edizione) possano avvicinarsi troppo a riva, per evidenti ragioni di sicurezza. Ma è sicuro che gli organizzatori faranno di tutto per piazzare il campo di regata – tra Posillipo e Castel dell’Ovo – il meno lontano dalla costa. Va sottolineato, e questo sarà un plus rispetto a Barcellona, che nelle acque di Napoli ci sono quasi sempre condizioni ideali per regatare: brezza termica che soffia robusta nei mesi estivi con l’alta pressione, anche tra i 15 e i 20 nodi, onda moderata. Gli appassionati partenopei lo sanno benissimo e non a caso nel golfo, i tanti circoli cittadini organizzano regate di ogni tipo e con ogni imbarcazione. E i velisti stranieri ne restano conquistati: la storia dice che le prove veliche dell’Olimpiade di Roma nel 1960 furono prese a modello per il trentennio successivo dal punto di vista organizzativo e ‘ambientale’. Poi, con l’edizione di Barcellona 1992 – quando per la prima volta le regate vennero disputate nella città sede centrale dei Giochi – si cambiò registro.
dove staranno le squadre
—I team avranno le basi a Bagnoli, poche miglia a ovest del campo di regata. È un’area gigantesca, interessata da una complessa opera di bonifica (c’erano gli stabilimenti siderurgici dell’Ilva) e riqualificazione che secondo stime ufficiali dovrebbe costare 1,2 miliardi di euro. Va detto che solo una parte è interessata dall’America’s Cup, quindi con una spesa minore (sui 300 milioni di euro, pare), ma con l’obbligo di essere pronta per i primi mesi del 2027, sennò sono guai seri. Non facile (Dalton ha visionato l’area in segreto a inizio aprile) ma fattibile, fermo restando che all’esterno della zona portuale ci saranno sicuramente molti cantieri aperti per le restanti opere, che proseguiranno sino al 2029. Peraltro, ai team interessa lavorare "protetti" all’interno delle loro basi e quindi essere a Bagnoli, anche in mezzo alle gru, sarà preferibile che trovarsi in fondo alla rambla di Barcellona tra pullman di turisti. Il cuore della prossima America’s Cup sarà quindi il bellissimo lungomare cittadino, dove si sta già ragionando su dove allestire il grande Villaggio con i negozi, le zone per i maxischermi, gli spazi ristorativi, le numerose attività collaterali. Le barche per seguire la regata dal vivo partiranno dai club, con i prestigiosi Circolo Remo e Vela Italia e Reale Yacht Club Canottieri Savoia, entrambi nel porticciolo Santa Lucia, in pole position. Saremo ottimisti, ma che i neozelandesi la difendano ancora o la perdano, l’America’s Cup di Napoli sarà un vero successo.
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