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Crisi Marelli, cosa succede ai dipendenti italiani con il Chapter 11

L'azienda italiana di proprietà del gruppo giapponese Kkr ha presentato la procedura volontaria presso la Corte fallimentare degli Stati Uniti. In arrivo un finanziamento di 1,1 miliardi di dollari per garantire una stabilità finanziaria. In Italia sono circa 6mila i dipendenti

Luca Piana
Magneti Marelli chiusura

Passa dalla procedura volontaria di Chapter 11 presentata presso la Corte fallimentare degli Stati Uniti per il Distretto del Delaware il futuro di Marelli, la principale azienda italiana specializzata nella produzione di componenti per auto. Si tratta di un passaggio quasi obbligato per una realtà schiacciata da un debito di 4,9 miliardi di dollari, con timori evidenti fra i 46mila dipendenti e la possibilità nemmeno troppo ventilata di una cessione (il colosso indiano Motherson si è già fatto avanti in più occasioni, senza mai riuscire a trovare un accordo con i creditori) da parte di un fondo americano Kkr che nel 2019 investì 6,2 miliardi di euro per acquisirla da Fiat-Chrysler, e, successivamente, per fondere il marchio con il brand giapponese Calsonic Kansei. Una mossa, approvata dall'80% dei creditori, che ha garantito un impegno di 1,1 miliardi di dollari destinati alla continuità di produzione, con l'azienda che, sul lungo termine, punta a stabilizzare la propria posizione finanziaria.

marelli, le nuove liquidità e il futuro

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Dalla pandemia ai dazi imposti da Donald Trump, passando per una crisi dell'automotive che si espande ben oltre i confini europei. Sono queste alcune delle difficoltà che Marelli (nota, prima della fusione con Calsonic Kansei, come Magneti Marelli) ha dovuto affrontare negli ultimi anni, con l'esposizione debitoria che si è aggravata sempre di più. "Dopo un'attenta analisi delle alternative strategiche dell'azienda - ha dichiarato David Slump, presidente e amministratore delegato di un marchio italiano che ha ufficializzato il suo piano futuro nella giornata di mercoledì 11 giugno 2025 - abbiamo stabilito che l'avvio del Chapter 11 rappresenta la strada migliore per rafforzare il bilancio di Marelli, convertendo il debito in capitale proprio, garantendo al contempo la continuità operativa. Questa iniziativa ci consente ora di accedere a nuova liquidità per finanziare la nostra crescita a lungo termine e la nostra pipeline di innovazione, e garantisce che i nostri clienti e partner in tutto il mondo possano continuare a contare su Marelli per la consegna puntuale di tecnologie avanzate che plasmano i veicoli del futuro". Se non arriveranno delle offerte da parte di potenziali acquirenti nei prossimi 45 giorni, è probabile che il fondo opportunista Strategic Value Partners possa diventare il nuovo socio di riferimento del marchio tricolore.

Magneti Marelli chiusura

marelli in italia e le case coinvolte

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Anche in Italia, dove l'azienda è presente con dieci impianti e circa 6mila dipendenti, la situazione di incertezza di Marelli viene seguita con particolare attenzione. In particolare sono i sindacati a chiedere al governo di impegnarsi attivamente per evitare possibili ripercussioni sui posti di lavoro e sull'intera catena produttiva. Una rassicurazione che, in maniera quasi obbligata, l'azienda ha già voluto garantire, così come è stato confermato che i costruttori che hanno pagato anticipi sugli ordini a Marelli riceveranno regolarmente le rispettive consegne. In particolare, fra le aziende più esposte in tal senso, ci sono Stellantis, con 454 milioni di dollari, Nissan (313 milioni), Bosch (45 milioni) e Tesla (26 milioni).