
Quale futuro per Minnesota? Tutto passa da Edwards, ma c'è la zavorra Gobert...
Bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto? Non è facile valutare la stagione dei Minnesota Timberwolves. All’apparenza la finale di Conference dell’Ovest raggiunta non è un cattivo risultato, non solo perché replica quello di 12 mesi fa, ma perché eguaglia il migliore nella storia di franchigia. E dopotutto l’eliminazione è arrivata per mano degli Oklahoma City Thunder, la squadra col miglior record Nba di stagione regolare, la testa di serie n. 1 della Western Conference: Ma quella è solo la punta dell’iceberg. Perché I Wolves hanno disputato una stagione regolare solo discreta, raccontata dal 49-33 di record, dal sesto posto a Ovest, e poi hanno sfruttato la tempesta perfetta nei primi due turni di playoff contro Los Angeles e Golden State squadre di lillipuziani, senza lunghi adeguati da opporre a Rudy Gobert, Julius Randle e Naz Reid, e il sovrappeso di Luka Doncic e l’infortunio di Steph Curry hanno aperto la strada ai Lupi di Minneapolis ben oltre il valore della squadra. Che esibisce un uomo franchigia giovane e intrigante come Anthony Edwards più una serie di atleti spettacolari, ma con gioco poco cerebrale. Istintivo, da playground. Non può bastare per puntare alle Finals, i Wolves dovranno cambiare pelle se vogliono rilanciare come ambizioni, guardando avanti.