Le lacune difensive di Towns, l’eccessiva dipendenza da Brunson e alcune scelte di coach Thibodeau pesano sull’epilogo amaro. Ora si guarda al futuro, tra ipotesi Durant e sogni chiamati Giannis

New York, 1 Giugno. Arriva al capolinea una stagione per i Knicks che, nonostante possa essere senz’altro definita soddisfacente, si chiude con parecchi rimpianti. 51 vittorie durante la regular season, miglior risultato dal 2013, e l’approdo alle prime finali di conference dal lontano 2000 non possono passare in secondo piano per una squadra che a inizio stagione sembrava un gradino inferiore alle vere contender a Est. Ma il modo con il quale la compagine newyorchese ha sprecato un’opportunità unica di arrivare alle Finals contro una squadra sicuramente talentuosa e solida come Indiana ma di certo non imbattibile, lascia l’amaro in bocca al fan della squadra della Grande Mela.

ferita fresca
—Una serie iniziata con l’incredibile sconfitta al Madison Square Garden in gara-1 dopo essere stata avanti di qualcosa come 14 lunghezze a 2’51’’ dalla sirena, e finita con la delusione di una ripresa macchiata da troppi errori nella sfida senza ritorno di sabato a Indianapolis. La ferita e’ ancora troppo fresca per poter vedere le cose dalla giusta prospettiva ma di sicuro nella postseason sono usciti i limiti cronici di Towns, capace di prestazioni offensive da applausi ma anche di letture difensive da mani nei capelli e falli gratuiti che hanno limitato il suo minutaggio. L’ex Timberwolves dopo una regular season decisamente positiva nella postseason avrebbe dovuto dare un po’ di più a una squadra ancora troppo Brunson dipendente. Forse troppo ingeneroso puntare il dito su un giocatore che comunque ha avuto momenti esaltanti nei playoff 2025 ma per arrivare alle Finals Thibs avrebbe avuto bisogno di più costanza da parte di Towns.

bicchiere mezzo pieno
—Brunson dal canto suo ha fatto vedere ancora una volta di essere forse il giocatore più affidabile di tutta la Lega nei momenti delicati del match. L’eliminazione dei coraggiosi Pistons al primo turno porta soprattutto la firma dell’idolo del Garden capace anche di ripetersi nella serie contro i favoritismi Celtics. Anche Bridges, arrivato in estate dopo una trade molto costosa per New York con i cugini di Brooklyn, nella postseason ha fatto vedere buone cose sui due lati del campo dopo una stagione regolare non straordinaria. I rimpianti di Thibs, che nonostante la buona stagione, non e’ sicuramente immune da critiche per aver gestito in maniera “thibodiana” il suo roster ed aver regalato minuti nei playoff a giocatori come Wright e Shamet solamente costretto dalle esigenze per poi accorgersi di poter effettivamente contare su di loro, arrivano anche da Hart troppo confusionario e prone ai turnover nella serie con Indiana. La fotografia del bicchiere mezzo pieno per i Knicks arriva però dallo straordinario impatto di Robinson, devastante soprattutto al rimbalzo in attacco.

futuro incerto
—Nella offseason ci sarà da lavorare per la dirigenza newyorchese per migliorare un roster interessante ma con alcune lacune. Di sicuro i Knicks proveranno a mettersi in fila per bussare alla porta dei Bucks ma oggettivamente sanno di poter contare su asset non sufficientemente allettanti per poter davvero arrivare a Giannis. Discorso diverso per Kevin Durant ma Thibs e Rose, il burattinaio del club della Grande Mela, dovranno fare parecchie valutazioni, soprattutto sul tipo di package che New York dovrebbe produrre per poter portare a New York KD. Il futuro per i Knicks e’ pieno di incognite, il presente, invece, porta in dote tanti rimpianti

© RIPRODUZIONE RISERVATA