racconto

Briatore: "L'Italia non mi merita. A mio figlio 500 euro di paghetta. Schumi? Mai andato a trovarlo"

Il team principal di Alpine al Corriere della Sera: "Se riesci a vincere 7 Mondiali in Formula 1 vuol dire che sei proprio bravo. Vorrei due Verstappen, perché ho due macchine. Grazie a Luciano Benetton, senza di lui avrei fatto altro"

Flavio Briatore, ogni volta che si muove, che parla, persino quando respira, si porta dietro un mondo. E le sue parole di solito lasciano il segno. Quanto meno, fanno discutere, destano attenzione. Come nell'intervista rilasciata al Corriere della Sera, in cui l'imprenditore si racconta a tutto tondo. Si spazia dagli affetti familiari ("Il regalo più grande per i miei genitori penso sia stata la mia indipendenza, raggiunta subito dopo il diploma da geometra"), ai ricordi di bambino ("Io sono stato un loro alunno. Prima, seconda e terza elementare le ho fatte con mia madre, ed è andato tutto bene. Quarta e quinta con mio padre, e l’ultimo anno mi bocciò"), passando ovviamente per le dinamiche professionali ("Tra i motivi per cui ho Montecarlo c’è anche quello fiscale. Ma non vivo qui per non pagare le tasse, io qui ho creato business e per creare business scegli i Paesi che ti danno maggior protezione fiscale. L’Italia non mi ha mai aiutato, veda il caso di Force Blue, e non si merita che ci viva").

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successi e ringraziamenti

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E poi, ovviamente, si parla di automobilismo. "Non so chi sia il più grande pilota di sempre, perché abbiamo avuto Schumacher, Senna, Alonso... Adesso il numero uno è sicuramente Verstappen. Nell'Alpine vorrei due Verstappen, perché ho due auto. Se sono mai andato a trovare Schumacher? No. Se chiudo gli occhi lo rivedo sorridente dopo una vittoria, e preferisco ricordarlo così piuttosto che disteso su un letto. Con Corinna però ci sentiamo spesso". C'è una parte corposa anche sul figlio Falco: "La cosa più importante che ho. Siamo stati bravi (con Elisabetta Gregoraci, ndr) a mettere lui al primo posto, quando ci siamo lasciati. È molto difficile non viziarlo. L’importante è che a scuola vada bene. Parla 4 lingue, lo tengo al corrente di quello che succede nelle mie aziende, ma non è obbligato a fare quello che faccio io. La sua paghetta? Mi sembra 500 euro al mese". I suoi successi in F1: "Se riesci a vincere 7 Mondiali in Formula 1 vuol dire che sei proprio bravo. A chi sono più grato? A Luciano Benetton. Lo considero un po’ la mia famiglia. Senza di lui non dico che sarei rimasto nel paesello, ma di sicuro avrei fatto altro. Devo dire grazie anche a Stefano Domenicali, che mi ha permesso di ritornare in Formula 1".