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Real Madrid, un Bernabeu commosso saluta i giganti Ancelotti e Modric

La gara contro la Real Sociedad ha chiuso la Liga ma anche il capitolo madrileno di due fuoriclasse. La nuova sfida di 'Carletto' si chiama Brasile

Dal nostro corrispondente Filippo Maria Ricci
epa12131356 Real headocch Carlo Ancelotti applauds as Real Madrid's Croatian midfielder Luka Modric receives a standing ovation after being substituted in his final match at the Santiago Bernabeu during the LaLiga match between Real Madrid and Real Sociedad at the Santiago Bernabeu Stadium in the Spanish Capital, 24 May 2025.  EPA/J.J. Guillen

Carlo Ancelotti è talmente unico che è riuscito a farsi fare un omaggio dal Real Madrid. Una cosa mai vista, qui al Bernabeu gli allenatori se ne vanno sempre male, o molto male. Nessuno qui ricorda un tributo organizzato dal club. E questo dà la straordinaria dimensione della grandezza di Ancelotti. 

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LA DATA

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Che oggi ha diretto il Madrid per la 353a e ultima volta in un pomeriggio pieno di emozione. Perché la storia vuole che insieme all’allenatore più vincente nella storia del club, 15 titoli, se ne vada anche il giocatore che ha vinto di più: il 39enne Luka Modric con i suoi 28 trofei in 13 anni. E non era un giorno qualsiasi: il 24 maggio 2014 a Lisbona Carletto portò il Madrid alla conquista della Décima Champions, il 24 maggio 2021 si spense Luisa Gubellini, storica compagna e moglie di Ancelotti, la madre di Davide e Katia, oggi al Bernabeu: il primo accanto al padre in panchina, la seconda in tribuna. Ricordi, lacrime, sentimenti in un pomeriggio incredibile. 

A banner in tribute to Real Madrid's Italian coach Carlo Ancelotti is displayed by fans during the Spanish league football match between Real Madrid CF and Real Sociedad at Santiago Bernabeu Stadium in Madrid on May 24, 2025. (Photo by OSCAR DEL POZO / AFP)

LA COREOGRAFIA

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E allora ecco le due curve decorate con un disegno delle facce dei due colossi, e le scritte ‘Gracias Luka’ e ‘Gracias Carletto’. Modric nel Fondo Sur, Ancelotti nel Fondo Norte. E poi l’ovazione al momento dell’annuncio dello speaker, e i cori sparsi durante la sfida alla Real Sociedad. Per Carlo la prima volta al minuto 12’ (simbolico, e ripetuto al 12’ della ripresa). Per Luka standing ovation ogni volta che andava a tirare un corner. Al 77’ pubblico in piedi per un altro addio, meno celebrato: quello di Lucas Vazquez, anche lui a fine contratto e non rinnovato. 

L’OMAGGIO

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All’84’ Carlo ha richiamato Luka, e lo stadio si è fermato per qualche minuto. Le due squadre si sono schierate per fare il pasillo al Pallone d’Oro del 2018 che visibilmente commosso, sbuffando per cacciare lacrime e sentimenti è arrivato a bordo campo dove lo attendeva l’ex compagno Toni Kroos. E ovviamente la sua famiglia. Applausi, lucciconi e abbracci. 

LA PARTITA

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È finita 2-0 ed è servita solo a far arrivare Ancelotti in cifra tonda, 250 vittorie, e a lanciare Kylian Mbappé verso il ‘Pichichi’ e la Scarpa d’Oro. Per il francese una doppietta: al 38’ ha tirato un rigore fischiato al Var dall’arbitro per una mano di Pablo Marín su controllo di Arda Guler, il portiere Marrero ha parato ma Mbappé è stato il primo al rimbalzo e ha insaccato. All’82’ ha raddoppiato di sinistro su assist di Vinicius. Per ‘Kiki’ 31 reti nella sua prima Liga, 6 in più di Lewandowski che giocherà domani, e sorpasso sullo svedese Gyokeres tra i bomber continentali: Mbappé ha 62 punti contro i 58,5 dell’attaccante dello Sporting, già senza partite. L’unico che può superare il madridista è Momo Salah, che domani col Liverpool affronta il Crystal Palace ma è a 56 punti. 

IL TRIBUTO

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A fine gara c’è stata la festa per Ancelotti e Modric. Lo speaker ha annunciato i 15 trofei conquistati dal tecnico italiano in 6 stagioni, poi è partito un video magnifico, che ci ha riempito il corpo di pelle d’oca. La voce di Jovanotti e le parole di ‘A te’ hanno riempito il Bernabeu per minuti indimenticabili. E su quella parola, ‘inolvidables’, la voce di Carlo si è spezzata. Era andato a metà campo con un microfono: “Mica facile parlare, qui, oggi. Ci provo”. I ringraziamenti, a Florentino prima di tutti, e i ricordi dei gol di Benzema al Psg, di Rodrygo al City, di Joselu al Bayern, dell’assist d’esterno di Modric a Vini col Chelsea. “Indimenticabili”. Si ferma Carlo, la voce non esce, è bloccata da un groppo meraviglioso. “E io non potrò mai dimenticare ogni singolo giorno che ho passato qui”. Nemmeno i tifosi del Bernabeu, che piangono e tirano fuori i pañuelos per asciugarsi le lacrime e non per contestare, come facevano una volta. Poi tocca a Modric, ed è un’altra overdose di affetto, sentimenti, parole e lacrime. 

DA TRAPANI AL BRASILE

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Carlo in questo 24 maggio chiude una carriera europea assurda: 1405 panchine in 5 Paesi nei quali ha sempre vinto almeno un campionato. In ordine di conquista Serie A, Premier League, Ligue 1, Bundesliga e Liga. Sono passati quasi 30 anni da quel 20 di agosto del 1995 al Provinciale di Trapani, quando il 36enne Ancelotti dopo aver fatto l’assistente di Sacchi in nazionale debuttò sulla panchina della Reggiana in Coppa Italia: 1-1 e passaggio del turno ai rigori, con il 17enne Vincenzo Italiano che segnò un penalty dei siciliani. I 30 titoli, tra cui le 5 Champions quando il record era 3, e ora, alle soglie dei 66 anni, l’ultima incredibile sfida: portare il Brasile all’Hexa, il sesto titolo Mondiale. Si comincia il 5 giugno a Guayaquil, Ecuador. A noi che l’abbiamo accompagnato in questi anni madrileni con enorme orgoglio non resta che salutarlo: “Boa sorte Carlo!”.